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Il sogno

di Edoardo Volpi Kellermann

Tolkieniana è un sogno. Il sogno di creare un luogo d’incontro fra la Terra di Mezzo e il nostro mondo, o meglio di rendere più evidente l’intreccio che già esiste, ma che solo in pochi riescono a vedere, primo fra tutti l’aedo di Oxford. 

Ci dicono che immaginare è evadere, e allora ben venga l’evasione, la  santa «fuga del prigioniero», come avrebbe detto Tolkien. Ma, nella realtà, l’immaginazione richiede impegno e dedizione totale. Lo sanno bene gli artisti, gli scienziati che fanno ricerca, i liberi pensatori. L’immaginazione spaventa, rompe la tranquillità degli schemi accademici, tracima dai percorsi obbligati, scava grotte sotto le fondamenta del pensiero unico. 

E Tolkieniana cosa c’entra in tutto questo? 

Torniamo al sogno, il sogno di un ragazzo di 17 anni che lesse Il Signore degli Anelli e si disperò, perché non viveva in Arda. Un mondo immaginario può essere più bello, ricco e avvincente rispetto alla vita di tutti i giorni? Una risposta positiva appare quasi scontata, ma questo dovrebbe farci pensare. Il problema è davvero nella nostra realtà o forse il problema è il modo in cui noi la concepiamo e la viviamo? La vita è banale o siamo noi a banalizzarla? A ognuno la risposta che sente più vera. 

Per quanto mi riguarda, trovai una prima soluzione nella musica, che fino ad allora avevo frequentato solo come esecutore. Iniziando a comporre musica, ispirato dalla lettura di Tolkien, intravidi una porta che mi permetteva di rientrare in quel mondo di cui la mia mente adolescente si era innamorata. La bellezza che la Terra di Mezzo ci mostra è la bellezza del nostro mondo, della nostra Europa, non altro. Il mito non maschera il reale, ma lo disvela, ci aiuta a riconoscerne l’essenza, a superare le barriere percettive che noi stessi abbiamo creato, per riaprire i nostri occhi di bambini o, se preferite, di elfi. 

Se il ruolo di una buona storia è quello di mostrarci un nuovo punto di vista sull’immanenza, Tolkien è stato in questo il Maestro assoluto del XX secolo, e non penso di esagerare. Altri autori hanno avuto altri meriti, ma l’Omero dei nostri giorni è stato indubbiamente lui. Non a caso la Terra di Mezzo è il Mondo Secondario che ha ispirato più musicisti e artisti di tutte le arti nella storia moderna. 

Così nasce l’esigenza di creare uno spazio, anche virtuale, dove tali artisti possano incontrarsi, confrontarsi, esprimersi. Questo vuole diventare Tolkieniana Net: una rete, un’agorà, un luogo di bellezza. Ecco lo spirito di Tolkieniana. Ovviamente un solo appassionato, per quanto volenteroso, non può riuscire nell’impresa di rendere concreto questo sogno: occorre piantare i semi di un nuovo giardino, come sarebbe piaciuto a Sam. Ancora meglio, occorre costruire una nuova Casa Accogliente, «una casa perfetta, sia che amiate il cibo, o il riposo, o il canto, o i racconti, o che amiate solo star seduti e riflettere, o un piacevole miscuglio di tutto ciò». 

Pedo mellon a minno: di’ “amico” ed entra.