Nota 36 - Traduzioni del Beowulf a cura di Tolkien
di Emilio Patavini, a cura di Greta Bertani
Christopher Tolkien[1] scrive che il padre “decise di fare una traduzione che fosse il più vicina possibile al significato esatto di ogni singolo particolare del poema antico-inglese, più fedele al ‘senso’, insomma, di quanto potesse esserlo una traduzione in ‘versi allitterativi’, ma che conservasse alcune suggestioni del ritmo dell’originale”. Infatti, quella di Tolkien è una traduzione che rinuncia alla tentazione di imitare e riprodurre il metro allitterativo tipico dell’antica poesia anglosassone, per puntare invece sul ritmo della prosa. Scrive Catherine McIlwaine che “Tolkien completò una traduzione in prosa del poema nel 1926. Poco dopo divenne professore di Anglosassone a Oxford. Concepì quella traduzione come un ausilio allo studio, non come una versione sostitutiva del poema, che elogiò in quanto ‘opera in versi costruiti con abilità e rigore’”[2]. Nella prefazione alla nuova edizione della traduzione in prosa di J.R. Clark Hall (prefazione pubblicata anche sotto il titolo di “Tradurre Beowulf” ne Il medioevo e il fantastico), Tolkien scrisse che “[l]’intento adeguato di una traduzione in prosa è quello di fornire un sussidio allo studio”[3], e anche Christopher Tolkien, in veste di curatore, nota che “questa è un’opera di mio padre (diversa in questo da tutte le edizioni da me curate dei suoi scritti, tranne una), che non è stata da lui concepita come tale”[4].
Esiste anche una traduzione in versi, rimasta purtroppo inedita oltreché incompleta. Agli inizi del 2000, il professor Michael D.C. Drout, direttore del Centro di Studi Medievali del Wheaton College, (Norton, Massachusetts), tentò di pubblicare un’edizione in due volumi che proponesse la traduzione parziale in versi e la traduzione completa in prosa, assieme ai commenti e ai problemi testuali discussi dallo stesso Tolkien. Ottenne l’autorizzazione a procedere dalla Tolkien Estate, che approvò il progetto, e cominciò a lavorarvi agli inizi del 2002. Ma prima che Drout avesse completato il suo progetto, la Tolkien Estate ritirò l’autorizzazione per pubblicare la sua edizione, e così la traduzione in versi è rimasta tra le carte del MS Tolkien 29 della Bodleian Library. Nella sua recensione all’edizione americana di Beowulf. Con Racconto meraviglioso, apparsa su Tolkien Studies, Drout scrive: “L’aver escluso la traduzione poetica allitterativa dall’edizione mi lascia più perplesso. Questa traduzione è ottima poesia, più fedele all’originale sia nella forma che nel contenuto, di qualunque altra traduzione poetica del Beowulf. A eccezione di W.H. Auden, Tolkien era forse il miglior poeta allitterativo del XX secolo, e con ogni probabilità la traduzione poetica sarebbe piaciuta ai lettori più di quanto apprezzeranno quella in prosa. Gli studiosi avrebbero potuto confrontarla con le altre composizioni e traduzioni allitterative di Tolkien. Nella mia ‘valutazione di fattibilità’ ho proposto di presentare sinotticamente la traduzione allitterante e quella prosastica, laddove entrambe presenti, con la traduzione poetica a sinistra e quella in prosa a destra, e posso ancora dire che nell’edizione si sarebbe potuto adottare tale approccio senza troppa difficoltà”[5]. Della traduzione in versi di Tolkien, il figlio Christopher ha pubblicato in Beowulf. Con Racconto meraviglioso solo due brevi estratti. Alle pp. 24-25 confronta la traduzione del padre in versi allitterativi (vv. 210-224) con la versione in prosa pubblicata nel 2014. Una versione più estesa dello stesso episodio (vv. 210-228) si può trovare nel saggio “Tradurre Beowulf”[6]. Il secondo estratto si può trovare alle pp. 247-248 delle “Note al testo”: si tratta della traduzione in versi allitterativi di Beowulf, vv. 3148-3155.
Oggi molti studiosi riconoscono che Tolkien sentiva un profondo legame con il poeta del Beowulf non solo in qualità di filologo, ma anche di autore[7]. Per questo ci si augura che in futuro gli eredi di Tolkien possano autorizzare la pubblicazione della traduzione poetica del Beowulf.
[1] J.R.R. Tolkien, C. Tolkien (ed.), Beowulf. Con Racconto meraviglioso, Bompiani, Milano 2014, p. 23.
[2] C. McIlwaine, Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo, Mondadori, Milano 2020, p. 266
[3] J.R.R. Tolkien, C. Tolkien (a cura di), Il medioevo e il fantastico, Bompiani, Milano 2004, p. 90.
[4] Ivi, p. 7.
[5] M.D.C. Drout, “Beowulf: A Translation and Commentary together with Sellic Spell by J.R.R. Tolkien (review)” in Tolkien Studies, West Virginia University Press, Volume 12, 2015, pp. 149-173.
[6] J.R.R. Tolkien, C. Tolkien (a cura di), Il medioevo e il fantastico, op. cit., p. 108.
[7] Si veda in particolare “Tolkien e il poeta del Beowulf” di T. Shippey, pubblicato e tradotto in italiano sulla rivista Endore, n° 17. Si tratta di un saggio nato come conferenza alla Truman State University, Missouri, il 30 marzo 2001.